Gli aumenti spropositati delle bollette hanno portato tutti a doversi inventare metodi alternativi per scaldarsi, contenendo i consumi. In un mondo pieno di soluzioni, molto spesso ci si trova perduti e ci si orienta verso nuovi ritrovati, pensando che siano appositamente studiati per produrre il massimo risultato con una spesa inferiore. Una delle soluzioni molto adottate è il camino a bioetanolo.
Per capire se questa soluzione è efficace e ci permette di risparmiare, dobbiamo conoscerla più a fondo e capirne il funzionamento. Il bioetanolo è un liquido ottenuto dalla fermentazione del mais ed è considerato una fonte di energia sostenibile e pulita. Il funzionamento è semplice, basta versare il liquido nel bruciatore posizionato nella stufa o nel camino adatto.
Il liquido è facilmente reperibile ovunque si venda anche legna o pellet e l’atmosfera che creano le fiamme è molto simile a quella di un camino tradizionale. A differenza del classico camino però non produce fumo o fuliggine durante la sua combustione e non ha bisogno di una canna fumaria.
Gli svantaggi del camino a bioetanolo
Tuttavia, ci sono alcuni svantaggi da considerare quando si decide di prendere un camino a bioetanolo. Innanzitutto, il costo del bioetanolo può essere più elevato rispetto ad altre fonti di combustibile, come il gas naturale o il legno. Inoltre, poiché il bioetanolo brucia molto rapidamente, la durata della fiamma di un camino a bioetanolo è inferiore rispetto a un camino tradizionale. Questo potrebbe richiedere una ricarica più frequente con un consumo evidentemente maggiore.
Infine è importante ricordare che questo tipo di camino non fornisce un riscaldamento efficiente per ambienti molto grandi o per riscaldare l’intera casa. La sua capacità di riscaldamento dipende dalla potenza del bruciatore e dalla quantità di bioetanolo utilizzata. Pertanto è più adatto per riscaldare piccoli spazi o come elemento decorativo per aggiungere calore e atmosfera a una stanza.