I fiumi e i laghi italiani hanno un problema. No, non è solo la siccità, l’inquinamento, le plastiche, il fatto che gli argini e i fondali non vendono ripuliti… Si tratta della peste d’acqua. Che non è un microrganismo, come potrebbe far sospettare il nome, bensì una pianta, più precisamente l’Elodea nuttalii. Il problema è che questa pianta di origine americana è altamente invasiva e si sta espandendo rapidamente nei corsi d’acqua italiani. L’ultima segnalazione? Quella nel lago Maggiore.
Perché la peste d’acqua è un problema?
Esattamente come il granchio blu, anche la peste d’acqua è un problema per gli ecosistemi italiani. Ma come ci è arrivata qui da noi una pianta americana? Semplice: con gli acquari. L’Elodea, infatti, è molto gettonata come pianta ornamentale negli acquari. Quando questi ultimi vengono ripuliti, ecco che le acque contenenti questa pianta raggiungono le fognature e poi i bacini idrici.
Il guaio è che è una pianta capace di adattarsi a tutte le condizioni climatiche, che cresce e prolifera molto rapidamente e che va a togliere l’ossigeno alle altre piante acquatiche nostrane, distruggendole.
Per quanto riguarda l’ultimo avvistamento, quello del lago Maggiore, pare che sia arrivata fin qui grazie al fiume Toce (l’anno scorso, invece, era stata segnalata anche nel Po). Gli esperti dell’ente gestione delle Aree protette del Ticino e del lago Maggiore si sono attivati per cercare di fermarne la diffusione, ma non è un’impresa certamente facile.
Tuttavia gli esperti invitano tutti a segnalare la presenza di questa pianta, ma di non rimuoverla da soli. Strappare questa pianta acquatica perenne, infatti, senza prendere le opportune precauzioni e senza usare il sistema corretto, fa sì che la pianta si diffonda ancora più velocemente.
Qui trovi invece info su una pianta altrettanto invasiva, ma che si è diffusa nei mari nel corso degli ultimi anni: ti è già capitato di vederla?