Perché non fa sempre bene mangiare il rosmarino cotto: la scoperta da uno studio

Stai a vedere che alla fine tutte le persone schizzinose, di qualsiasi età e genere, che da sempre scansano con cura ogni singola foglia di rosmarino cotto nel piatto o che fanno cadere il rosmarino prima di addentare una focaccia al rosmarino, alla fine avevano ragione! A quanto pare non fa sempre bene mangiare il rosmarino cotto.

Rosmarino cotto: qual è il problema?

Una pianta aromatica che usiamo tantissimo in cucina è il rosmarino. Estremamente versatile, non troppo difficile da coltivare anche in vaso sul balcone (a patto di fornirgli un vaso ampio e in crescita), ecco che spesso nei nostri piatti usiamo il rosmarino.

Tuttavia è bene non consumarne troppo quando cotto. Personalmente, lo scanso sempre nel piatto: come molte altre persone, apprezzo il gusto che dà ai piatti, ma il suo sapore amarognolo in bocca mi infastidisce.

Ebbene, chi non ha problemi a mangiarlo cotto, è bene che sappia che non bisogna esagerare nel suo consumo. Questo perché, durante la cottura, il rosmarino può sviluppare degli idrocarburi che, se ingeriti con costanza e a dosi elevate, secondo alcuni recenti studi possono contribuire allo sviluppo di tumori.

Questo non vuol dire non usarlo più in cucina. E neanche che vi succederà qualcosa di grave se ne mangiate qualche pezzettino cotto. Il problema potrebbe insorgere solamente quando se ne mangia tanto, di continuo e costantemente. Col passare del tempo, in persone predisposte, è possibile lo sviluppo di neoplasie.

Non ci sono problemi, invece, con l’uso fresco. Qui, anche se ne usate un po’ di più, non fa male. Tanto che lo si può usare anche come segreto di bellezza. Per esempio, mettendo un rametto fresco in olio di oliva caldo e lasciandolo in ammollo per giorni, ecco che possiamo creare una lozione per capelli da usare (quando è fredda, ovviamente) come impacco per rendere più forti e lucenti i capelli.