I numeri parlano chiaro: nella ricerca commissione da Legambiente, ogni 100 metri di spiagge italiane contengono addirittura 1.000 rifiuti. Se questo non è un campanello d’allarme, diteci voi cos’è! I numeri fanno davvero spavento, specie perché i prodotti sparsi in giro qua e là sono prevalentemente rifiuti di plastica.
Archeoplastica: il progetto d’arte coi rifiuti di plastica
Per veicolare il messaggio a una frangia di popolazione quanto più ampia ed eterogenea possibile, pure il mondo degli artisti scende in campo. Un esperimento ambizioso porta la firma di Enzo Suma, autore di un museo virtuale dove collocare certe tipologie di rifiuti, mediante il cosiddetto progetto Archeoplastica. Il proposito è, appunto, quello di aprire gli occhi circa il comportamento nocivo attuato dall’uomo nei mari.
L’iniziativa ha raccolto parecchi consensi, in quanto si tratta di un modo originale, frutto della capacità di pensare fuori dagli schemi dall’autore. Tra gli articoli presenti figurano pure i flaconi Cif. Addirittura dei “reperti” risalgono agli anni Settanta, giusto per rendersi conto della gravità del problema. Allora tale genere di merce approdò per la prima volta nei centri commerciali.
Al di là della lunga permanenza, sapete cosa stupisce? Lo stato di conservazione: a dispetto dei decenni passati risultano perfettamente integri, o quasi. Ciò è da attribuire alla loro stessa natura. Del resto, il problema della plastica risiede proprio qui: nelle difficoltà di smaltimento. Servono un’infinità di anni prima che il processo giunga a compimento, ragion per cui gli studiosi confidano di assistere alla loro graduale rinuncia.
A tal proposito, le compagnie più avvedute in ottica green si sono già unite alla causa. E di soluzioni alternative ne esistono oggi, sfruttando le maggiori conoscenze e le recenti tecnologie introdotte da aziende innovative. Morale della favola? Smettiamola di comprare beni in confezioni di plastica: stiamo facendo del male sia a noi stessi sia alle future generazioni. Il Pianeta ci ha dato diversi segnali di avvertimento: è l’ora di coglierli.