La pacciamatura è un metodo culturale biologico che consiste nel coprire il terreno con uno strato ulteriore, organico.
Si può realizzare con dei residui vegetali, come ad esempio delle foglie autunnali cadute, o della paglia secca ed altri prodotti organici. Si usa per imitare il sottobosco, una condizione di umidità e poca luce, difficile da ottenere in un giardino urbano.
A cosa serve la pacciamatura
Questa pratica serve per imitare quello che succede in natura con il sottobosco o altre erbe che crescono, e non lasciano il terreno nudo. Infatti un terreno scoperto è più esposto a fenomeni come la siccità, i quali come conseguenza portano ad una minor fertilità.
Mentre se il terreno è coperto da uno strato organico, il suolo rimane sempre umido, anche se in estate, questo perché i raggi del sole non riescono a penetrare e far evaporare l’acqua presente. Oltre a questo anche i microrganismi che aiutano a migliorare la fertilità del terreno sono favoriti da condizioni di poca luce ed umidità e saranno più propensi a rimanere in quella zona. Il terreno più umido è anche più morbido e saremo più facilitati nelle lavorazioni.
Cosa usare per realizzare la pacciamatura
Inizialmente la pacciamatura si realizzava con un materiale di plastica, come un telo, ma dopo poco tempo, a seguito di lavorazioni ed eventi atmosferici si rompe, spargendo plastica nell’ambiente e i buchi fanno passare i raggi del sole. Fortunatamente esistono molte soluzioni naturali, facili da reperire.
Si possono usare dei residui organici come rasature di prato o foglie secche raccolte, paglia ed altri scarti organici, serve sminuzzarli e spargerli sul terreno. Anche i gusci della frutta secca sono molto validi come pacciamatura, infatti oltre a coprire il terreno, rilasciano anche sostanze azotate nel terreno. Anche i gusci hanno bisogno di essere rotti finemente prima di spargerli nel terreno. Una soluzione più veloce, ma comunque organica è quella di acquistare della corteccia, in un vivaio, questa è già pronta all’uso.