L’acero è l’albero simbolo dell’autunno, ne esistono oltre 200 specie, situate in America, Europa ed Asia. Si riconosce molto bene grazie alle sue foglie di forma palmata, durante la stagione calda sono di colore verde acceso e in autunno diventano rossastre.
Il fusto può essere più o meno lungo, alcune specie arrivano anche a 40 metri di altezza, ma le specie commerciali non superano i 10 metri. In Italia sono molto comuni le varietà nane.
Coltivazione in vaso
Il periodo migliore per iniziare a coltivare l’acero è quello autunnale/primaverile, dove una volta acquistato l’acero al vivaio, si deve mettere in un vaso molto capiente. Una volta adagiato l’acero bisogna aggiungere del fertilizzante, meglio se organico, dunque si utilizza l’humus. E’ una buona pratica anche quella di aggiungere della argilla e della sabbia di fiume, in modo tale da gestire l’acqua.
Una volta sistemato il vaso, con le componenti aggiuntive, si deve coprire la superficie del terreno con della pacciamatura, possiamo scegliere delle foglie, cosi da simulare una situazione di sottobosco. Per quanto riguarda l’ irrigazione invece, serve prestare attenzione soprattutto nelle prime fasi dopo la messa a dimora. Infatti una volta sistemato l’acero nel nuovo vaso, serve irrigare frequentemente, cosi l’albero può emettere le radici superficiali nel nuovo terreno.
Parassiti dell’ acero
Durante la primavera l’ acero è soggetto ad attacchi da parte di parassiti come le cocciniglie e gli afidi. In questi casi si può trattare l’albero con degli antiparassitari naturali come l’aglio ed altri infusi di piante aromatiche come la salvia.
Nelle fasi giovanili dell’acero invece bisogna preoccuparsi dei funghi, attacchi fungini infatti, soprattutto nelle prime fasi di vita, possono portare a morte della pianta. Questo accade perché le foglie sono ancora poco sviluppate ed il fungo riesce ad occuparne tutta la superficie. In questi casi serve trattare sia in maniera preventiva che curativa, con dei fungicidi a base di zolfo e rame.