In questi giorni vi sarete di sicuro imbattuti in persone intente a raccogliere erbe spontanee varie nei prati. Molto buone da mangiare e assai poliedriche (nel senso che possono essere usate in numerosi piatti), bisogna però essere sicuri al 1000×1000 di saperle riconoscere. Questo perché alcune di queste erbe spontanee commestibili assomigliano tantissime ad altre piante che sono tossiche e velenose. Dunque, se non si è più che certi di saperle riconoscere, è meglio lasciare stare. Questo perché l’ingestione dell’erba sbagliata può anche essere mortale.
Come riconoscere le erbe spontanee?
Prima di lanciarsi a raccogliere e mangiare delle erbe spontanee, bisogna aver studiato bene per essere certi di saperle riconoscere. Anche così, purtroppo, ogni tanto capitano degli incidenti. È proprio dei giorni scorsi la notizia che un appassionato di botanica (quindi una persona che conosceva bene le piante) è morto dopo aver mangiato quello che credeva essere del tarassaco, ma che, invece, è risultata essere una pianta velenosa.
Fra le erbe spontanee commestibili maggiormente comuni ci sono:
- insalata selvatica: foglie morbide e tenere che assomigliano un po’ a quelle della lattuga. Il gusto può essere sia dolce che amaro
- finocchio selvatico: aroma simile a quello del classico finocchio, con foglie sottili e pennate
- tarassaco: ha le foglie appuntite e lunghe, con corolle gialle
- prezzemolo selvatico: aroma simile a quello del prezzemolo comune, ma più intenso
- malva: foglie dolciastre e fiori edibili
Esistono poi altre erbe spontanee che, a minime dosi, non sono tossiche, ma se se ne mangia troppe ecco che possono dare problemi alla salute. Un esempio è l’ortica selvatica: pianta commestibile, se si esagera provoca diarrea e dolori addominali.
Ribadiamo, però, che ci sono molte altre piante tossiche e velenose che assomigliano a quelle edibili, alcune sono anche mortali. Fra di esse ricordiamo la cicuta, la datura, la belladonna e tante altre ancora.
Questo vuol dire che se non sei più che sicuro che quella pianta sia commestibile (a volte capita che il criterio di distinzione principale sia la tipologia del fiore, ma se non si è in fase di fioritura, è difficile distinguere la pianta edibile da quella velenosa), evita di raccoglierle e mangiarle (e lo stesso discorso lo si potrebbe fare con i funghi in autunno).