Avete mai sentito parlare della regola dei 5 secondi? Questa regola si fonda sul principio che se un cibo che cade a terra viene raccolto entro 5 secondi, non viene contaminato da batteri o germi. Oggi vogliamo cercare di capire meglio se esista un fondo di verità in questa teoria oppure sia solamente una delle tante credenze popolari.
Partiamo dal presupposto che raccogliere un alimento caduto a terra, senza doverlo buttare via, aiuta a ridurre gli sprechi ma non è sicuro. Quando si trattano alimenti, la sicurezza alimentare dovrebbe essere la priorità, non la possibilità di salvare un po’ di cibo. La maggior parte degli esperti di igiene alimentare concorda sul fatto che tutti gli alimenti caduti a terra dovrebbero essere considerati contaminati e di conseguenza, non usati.
Regola dei 5 secondi: la scienza ne smentisce la veridicità
A districare la matassa e a far chiarezza sulla regola dei 5 secondi, ci pensa la scienza. Alcuni scienziati dell’Università di Rutgers, nel New Jersey, ha condotto uno studio in proposito. Quello che ne è venuto fuori è che la contaminazione dei cibi non sia dettata solo da un fattore di tempo. Almeno altri 2 fattori incidono sulla contaminazione e sono la superficie del pavimento e l’umidità del cibo.
Per arrivare a delle conclusioni certe sono stati analizzati 2560 cibi diversi caduti su superfici diverse, come pavimenti in acciaio, tappeti, legni e piastrelle. Quello che si è evinto è che i cibi ad essere contaminati maggiormente in meno di 5 secondi sono stati quelli a maggior contenuto di acqua, come ad esempio l’anguria. Inoltre le superfici a maggior rischio di contaminazione sono risultate quelle in acciaio e le piastrelle. I cibi caduti sui tappeti, riportavano invece una carica batterica inferiore.
In tutto ciò il fattore tempo è risultato il meno influente. I cibi rimasti più a lungo sul pavimento sono risultati sì più contaminati, ma se fossero rimasti sulla superficie per meno di 5 secondi sarebbero risultati comunque carichi di batteri.
In breve, la regola dei 5 secondi non ha alcuna base scientifica ed è solo un’altra credenza popolare che si è diffusa ampiamente nel tempo.