Alghe al posto della plastica? E’ ora possibile, una start-up inglese presenta il suo piano, per la gioia del principe William.
Nonostante la sua pericolosità per l’ambiente, la plastica continua a essere uno dei materiali più usati. La produzione mondiale è passata dai 15 milioni del 1964 agli oltre 310 milioni attuali. Ogni anno, almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani del mondo, dove ormai si stima che vi siano più di 150 milioni di tonnellate. Se non dovessimo intervenire con delle soluzioni alternative, nel 2025 gli oceani potrebbero avere una proporzione di una tonnellata di plastica per ogni 3 tonnellate di pesce. Nel 2050, negli oceani del mondo potrebbe esserci più plastica che pesci.
La proposta della start-up inglese sul nuovo utilizzo delle alghe
I membri della start-up hanno trovato la loro soluzione al problema di ridurre la plastica direttamente nel mare. La loro alternativa a questo materiale altamente inquinante è un materiale composto da alghe e piante, totalmente naturale, completamente biodegradabile e utilizzabile per realizzare una vasta gamma di imballaggi: dalle bolle per contenere liquidi ai rivestimenti per contenitori di alimenti.
Le alghe riescono a diventare molto resistenti grazie alle sue fibre vegetali molto resistenti, soprattutto una volta seccate. Riescono a reggere dei pesi considerevoli permettendo la realizzazione di molti strumenti.
Alghe per creare delle borracce
I ricercatori hanno prodotto 36mila contenitori per bevande sportive da consegnare ai corridori che hanno partecipato alla Maratona di Londra 2019. Hanno anche creato più di un milione di scatole di cibo da asporto e hanno il potenziale per sostituire, in futuro, oltre 100 milioni di contenitori rivestiti in plastica in Europa.
Le alghe non solo sono biodegradabili, ma catturano il carbonio venti volte più velocemente degli alberi e i loro allevamenti aumentano le popolazioni ittiche, creando nuove opportunità per le comunità locali. I fondatori di questa start-up hanno affermato che investiranno il denaro ricevuto per potenziare le loro ricerche ed espandere la commercializzazione dei loro prodotti a base di alghe.