Il cambiamento climatico sta arrecando gravi danni all’intero sistema economico, in Italia e nel mondo, anche alla produzione della frutta, tra cui le albicocche. A causa dei continui soprusi perpetrati dall’uomo nei suoi confronti, ora l’ambiente è giunto a un punto di rottura. Ce ne rendiamo conto nel quotidiano, dove si fatica a scindere le stagioni.
Albicocche, scarsi raccolti e bassa qualità: ne soffrono soprattutto queste regioni italiane
Nel periodo autunnale avevamo come l’impressione di trovarci ancora in piena estate e ora, giunta la bella stagione, vale il meccanismo opposto. Detto altrimenti, fatichiamo a renderci conto della primavera e chissà ancora quanto per quanto. Lanciarsi in previsioni è diventato complicato persino per la comunità di meteorologi; perciò, a meno di non avere una sfera di cristallo, diviene impossibile dare una risposta certa.
Dei numerosi scompensi arrecati dall’impatto sull’ecosistema te ne parliamo spesso. E giusto da una maggiore consapevolezza possiamo aprire, finalmente, gli occhi e adottare, così, un comportamento virtuoso. Di questo passo, infatti, la società rischia di esserne pesantemente penalizzata, a maggior ragione il settore dell’agricoltura.
Di norma, la primavera dovrebbe voler dire ritorno al consumo di albicocche, per la gioia di grandi e piccini. Possiedono un gusto fantastico, oltre ad avere dei fantastici elementi nutritivi, come il potassio, il ferro, i sali minerali e le vitamine.
Mangiarle non è affatto un sacrificio, semmai un autentico piacere, che la natura ci ha fin qui sempre concesso. Ora, però, il privilegio è messo a serio repentaglio, dati i cambiamenti del clima.
La neve e le temperature gelide hanno un effetto negativo sullo sviluppo, soprattutto in certe zone della nostra penisola. Ci riferiamo, in particolare, alla Puglia, alla Sicilia e alla Calabria, terreni di solito floridi. Il persistere del freddo sta mettendo a dura prova l’attività delle imprese, qualunque essa sia la loro dimensione.