Gli effetti nocivi dell’inquinamento non si trovano soltanto nei posti dalla maggiore densità umana. Sulle pagine della rivista scientifica Marine Pollution Bulletin è stato pubblicato uno studio rivelatore, indice della profonda crisi in cui versa il nostro ecosistema. La meta in questione si chiama Ilha da Trindade, un tesoro naturale sito nelle acque dell’Atlantico, scarsamente popolato, luogo presidiato da un centro di ricerca e da una base navale brasiliana. Come si apprende dall’articolo, un’equipe ha rilevato delle preoccupanti tracce di rocce di plastica.
Da dove nascono le rocce di plastica e quali conseguenze hanno
Che qualcosa non quadrasse se n’era subito accorta Fernanda Avelar Santos, la principale artefice dello studio. Tra le rocce ne aveva, infatti, notate alcune dall’aspetto “sinistro”. A differenza delle altre sedimentazioni, il loro aspetto incuteva qualche sospetto. Ad avviso della donna, era evidente che non fossero una formazione al 100 per cento naturale, bensì vi fosse lo zampino dell’uomo. I successivi approfondimenti ne hanno avvalorato la tesi.
Le rocce di plastica costituiscono dei corpi formati in parte da rocce e in parte da plastica, proveniente da reti. Non dovremmo neppure sottolinearlo, ma lo facciamo ugualmente, poiché il messaggio talvolta sfugge, nonostante la massiccia campagna di sensibilizzazione attuata dalle autorità: la plastica è uno dei peggiori nemici del Pianeta, poiché difficile da smaltire. La scoperta effettuata invita a tenere la guardia alta, adottando dei provvedimenti su misura.
Resta da stabilire se il Paese sudamericano abbia o meno intenzione di intervenire, a seguito del campanello d’allarme. Gli abusi perpetrati dall’essere umano potrebbero portare alla presenza delle rocce di plastica a lungo, addirittura per secoli. In un’era già definita dagli esperti con il termine di Antropocene, contraddistinta dai risultati della condotta disdicevole delle persone nei confronti dell’ambiente, occorre dare una svolta immediata. Ne va, oltretutto, della sopravvivenza di Chelonia mydas, una specie di tartarughe verdi a rischio estinzione.