Tra le proposte sulle quali le istituzioni stanno discutendo ora, una riguarda la scadenza degli alimenti. Se ci presti attenzione, noterai come diversi di loro ne riportano due, di cui una accompagnata da “TMC”. Questa non deve essere confusa con la vera e propria deadline finale.
Del resto, il periodo indicato è antecedente, perciò – lo capirai tu stessa – vi sono delle differenze. Delle grosse differenze, se vogliamo parlare con la massima schiettezza. Adesso ti andremo a spiegare cosa vuol dire e perché gli organi comunitari sono in procinto di apportare una modifica, piccola, ma comunque tangibile.
Scadenza alimenti: il significato di TMC
L’acronimo TMC indica il periodo a partire dal quale il cibo rischia di perdere le proprietà organolettiche. Sta per Termine Minimo di Conservazione e va ben distinto dalla data di scadenza. Dunque, mette in guardia i consumatori, che potrebbero soffrire di problemi, qualora lo assumessero in seguito. Tuttavia, si tratta di un’eventualità piuttosto remota, anche se presta a creare confusione. Ecco perché l’Unione Europea sarebbe sul punto di introdurre la dicitura “spesso buono oltre”.
Ciò aiuterebbe a portare un po’ di chiarezza tra gli acquirenti, così da contenere gli sprechi di cibo. In un periodo del genere, è il caso di sfruttare al massimo le risorse. Una politica anti-spreco sembra il minimo, date le difficoltà sofferte dal settore agricolo. Da un paio d’anni la siccità è una questione critica, non solo in Italia.
I danni sono stati avvertiti da varie industrie, compresa quella dei profumi e vari altri comparti. Dopo il TMC una lunga serie di articoli tende a mantenere le consuete proprietà, tra cui, ad esempio, l’olio (a prescindere dalla tipologia), lo yogurt e il cioccolato. Porre chiarezza sul significato spingerebbe una grossa parte della popolazione a prestare maggiore attenzione, consapevole di una voce utile, ma spesso interpretata in modo sbagliato.