Queste prime settimane primaverili sono raccomandate per la semina, anche dei borlotti. Servirà qualche mese prima di constatarne i risultati, che arriveranno nel corso della prossima stagione estiva. Un lavoro ben ricompensato, viste le preziose proprietà associate.
Se hai la passione dell’orto e ci tieni a seguire un regime nutritivo completo, dovresti valutarne la coltivazione. In fondo non è nemmeno complicato, basta osservare i passaggi corretti e assumere le giuste decisioni. Nel corso dei paragrafi seguenti ti andremo a illustrare le condizioni determinanti per una crescita generosa dei borlotti.
Come coltivare i borlotti in primavera
Il primo step fondamentale consiste, come forse già immaginerai se hai il pollice verde, nella scelta di buon terreno. Può considerarsi tale qualora abbia della sostanza organica e un pH compreso tra 6 e 7. Il luogo deve essere abbastanza spazioso, da non creare elementi d’intralcio tra le cultivar. Opta in favore di un terreno piuttosto caldo, dalle temperature intorno ai 15 gradi.
La superficie va prima zappata bene, rimuovendo le erbacce, che altrimenti avrebbe un effetto deleterio sul risultato finale. Per la stessa ragione, togli di mezzo i sassi grandi. Insomma, provvedi a creare un’area adeguata allo scopo. In seconda battuta, prendi in considerazione la distanza tra una fila e l’altra di semi, che è bene rientri tra i 10 e i 15 cm. Quella tra gli stesi semi è preferibile stia nel range tra i 2,5 e i 5 cm.
A proposito del fertilizzante, invece, scegline uno a elevato concentrato di potassio, senza mai esagerare nelle quantità. A quel punto, infatti, anziché favorire il raccolto, lo andrebbe a penalizzare, in misura rilevante. Il completamento della maturazione lo puoi notare tenendo d’occhio l’evoluzione dei baccelli: una volta diventati gialli, duri e gonfi, allora hanno completato il processo.
I borlotti sono conservabili in frigo per un massimo di due settimane, protetti da un sacchetto e un panno umido. Resistono anche più a lungo in freezer, dentro un apposito sacchetto, dopo averli, naturalmente, sgranati.