Oggi vi parleremo dell’insetto stecco, il cui nome scientifico è Bacillus rossius, così chiamato perché è un particolare animale che riesce a mimetizzarsi benissimo fra i rami di un albero. Quest’insetto, che appartiene all’ordine dei Fasmoidei, è molto diffuso nelle zone calde o temperate, in particolar modo è presente in Italia, in Spagna, in Francia e tutta la zona mediterranea. Tuttavia, data la sua alta capacità di mimetizzazione, risulta essere molto difficile avvistarlo. In quest’articolo vi spiegheremo quindi le caratteristiche principali del Bacillus, come si nutre e soprattutto come si riproduce.
Caratteristiche dell’insetto stecco
L’insetto stecco è un particolare animale dal corpo snello e allungato. Infatti possiede un tronco e degli arti che ricordano moltissimo dei ramoscelli. Inoltre il colore di questo insetto è verde e marrone, il che lo rende quasi impossibile da distinguere nella vegetazione, e riesce così a sfuggire ai predatori.
Il Bacillus, soprattutto la specie che vive nel nostro Paese, si ciba principalmente di foglie. Le sue preferenze sono il fogliame che proviene dagli alberi di melo, pero, lampone e nocciolo. Tuttavia alcune specie esotiche risultano essere onnivore, cibandosi anche di insetti più piccoli. Durante l’inverno gli esemplari erbivori ovviamente muoiono, lasciando le uova che si schiuderanno con il ritorno delle alte temperature. Per quanto riguarda l’acqua invece, questi insetti ne assumono relativamente poca. Questo perché riescono a dissetarsi grazie all’acqua presente nelle foglie di cui si cibano.
Riproduzione del Bacillus rossius
La maggior parte degli esemplari viventi esistenti sono femmine, anzi la quasi totalità della popolazione, e la riproduzione di questo insetto è alquanto particolare. Oltre al classico metodo di fecondazione tra un esemplare maschio ed uno femmina, essi dispongono di un altro particolare metodo chiamato partogenesi. Questo meccanismo consiste nella femmina che depone le uova (anche 20 a notte durante il periodo riproduttivo), le quali successivamente saranno in grado di autofecondarsi.