Chi è stato in Giappone, potrebbe essersi imbattuto in alcune uova nere. In realtà si chiamao Kuro-Tamago e non sono uova andate a male. E non sono neanche uova di qualche stranissima specie di volatile. Si tratta di semplici uova di gallina che, per via di un procedimento particolare di cottura, diventano nere. Sono una specialità gastronomica tipica del Giappone: possono piacere o meno come gusto, ma è indubbio che hanno un aspetto che attira l’attenzione.
Perché in Giappone ci sono delle uova nere?
Le Kuro-Tamago o uova nere giapponesi sono uova prodotte in maniera tradizionale dalle galline. Solo che poi sono cotte nelle acque sulfuree di Owakudani. A seguito di tale procedimento, i gusci delle uova assorbono lo zolfo di cui quest’acqua è ricca e diventano così nere.
Tuttavia è solo il guscio a diventare nero: una volta sbucciate, l’interno dell’uovo è quello di un comunissimo uovo sodo. A livello nutrizionale, anzi, forse perdono un po’ di vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) a causa dell’acqua termale di cottura. Rimangono però un’ottima fonte di proteine e aminoacidi.
Una leggenda narra che mangiare le uova nere del Giappone allunghi la vita di almeno 7 anni. Magari non è proprio così, ma quello che è certo è che la zona termale dalla quale provengono non è poi così salutare per chi soffre di problemi d’asma, bronchiti croniche, cardiopatici, persone con pacemaker, con pressione troppo bassa o anche donne incinte. Questo perché anche l’aria della zona è molto ricca di sostanze chimiche, forse un po’ troppo.
Il che ci sta, visto che le acque termali di Owakudani derivano dal fatto che, 3.000 anni fa, a seguito dell’eruzione del Monte Hakone, si creò una valle vulcanica ricca di pozze di acqua bollente. Essendo di origine vulcanica, le acque sono ricche di anidride solforosa, idrogeno solforato e zolfo, elementi che si disperdono anche nell’aria della zona.
A proposito di colorazioni strane delle uova: lo sai perché alcuni uccelli depongono uova blu?