Nomi come ftalati, fenoli e ritardanti di fiamma potresti sentirli solo ora. Magari credi che ce li siamo inventati noi così, di sana pianta: ne saremmo ben felici! Si tratta, infatti, di sostanze chimiche, con le quali dobbiamo convivere nelle nostre case. Talmente è radicata la loro presenza che, stando alla tesi perorata dagli studiosi, ogni giorno le ingeriremmo, in piccole quantità. Quando pensiamo allo smog, il pensiero corre subito (perlomeno di solito) agli scarichi degli stabilimenti industriali e delle auto. Sottovalutiamo, invece, l’inquinamento domestico, a torto.
È quanto ci insegna la George Washington University, attraverso uno studio ad hoc, pubblicato tra le pagine della rivista scientifica Environmental Science & Technology. Lo scopo del report era quello di stabilire l’effettiva presenza di composti chimici presenti nei beni di consumo. A conclusione del lavoro, se ne sono contati ben 45, di cui i 10 più diffusi rilevati nel 90 per cento del materiale esaminato. Ergo, provengono da oggetti comuni presso le nostre abitazioni.
Quando si parla di inquinamento domestico (o indoor) bisogna effettuare la distinzione tra due macro-classi di prodotti:
- edilizi: amianto, materiale organico, formaldeide fibre sintetiche in vetro e ceramica, ecc.;
- di uso quotidiano: fornelli a gas, articoli per la pulizia, nebulizzatori spray, ecc.
Prima che te lo chieda, la formaldeide è una molecola facile da reperire in ambito sanitaro. La forte azione battericida permette di sbarazzarsi degli agenti patogeni, che possono trasmettere malattie e aggravare i disturbi pregressi della persona. Inoltre, è un ottimo conservante alimentare.
Tuttavia, la formaldeide (e in generale le sostanze chimiche) ha un effetto negativo sulla salute, specie in caso di complicazioni cardiovascolari preesistenti. Ecco perché è preferibile optare in favore di soluzioni al 100 per cento naturali, dei quali spesso ti parliamo: trai giovamento sia in termini di benessere sia sotto il profilo economico.