L’olio negli ultimi anni sta subendo una grande crisi di produzione che con se porta molte conseguenze, tra le principali l’aumento dei prezzi e l’aumento dell’importazione di olio.
Uno dei principali ingredienti della Dieta Mediterranea è l’olio extravergine di oliva a Indicazione Geografica controllata ( IGC ). L’olio d’oliva si ricava dai frutti dell’Olea europaea che fanno parte della famiglia delle Oleaceae, che però noi chiamiamo comunemente olive. La composizione organolettica dei frutti di questa pianta è rinomata in tutto il mondo, acidi grassi essenziali, oltre che antiossidanti essenziali come idrocarburi, polifenoli, alcoli, steroli e molti altri.
Cambiamenti climatici ed olio
I cambiamenti climatici, sempre più evidenti negli ultimi anni assieme alle loro conseguenze hanno iniziato ad influire anche sulla produzione di olio. La causa principale è la siccità che sta colpendo la nostra penisola e che ha rallentato enormemente anche la fioritura degli ulivi.
Nell’annata 2022 sono stati 208 i milioni di chili di olio d’oliva prodotti, il 37% in meno rispetto i 329 milioni di chili del 2021. Non solo l’Italia però sta soffrendo il calo di produzione, la Spagna ha fatto sapere che ha prodotto un -30% e la Tunisia -25%.
Le possibili conseguenze
La prima conseguenza sarà legata ai prezzi, infatti La Camera di Commercio dell’Umbria ha stimato che quest’anno ci sarà un aumento netto dei prezzi pari a +16% al consumo e +47% quelli all’origine, che si traduce in un +10% di incremento dei listini finali.
il costo della materia, cambia in base alla zona geografica in base alle specifiche del territorio, ma anche il costo della raccolta e della cura delle piante, l’estrazione, il confezionamento (bottiglie di vetro, lattine, cartoni, carburante, etichette, spedizioni), il costo dell’energia, gli stipendi dei dipendenti. Acquistare olio costerà quindi di più quest’anno per colpa della siccità. Oltre ai prezzi vi è una maggior importazione di olio dall’estero svalutando quindi la produzione nazionale.